le altre parole

Le altre parole sono quelle che non si dicono nello spazio concreto degli incontri, sono quelle che sfuggono all'attimo, ma si raccolgono tra la sabbia del "volevo dire", sono le frasi che possono colorare di rosso le guance e per questo si preferisce scriverle, sono i racconti che hanno bisogno di tempo, sono il filo di lettere che cerca di tenere collegati due momenti distanti, sono le parole che hanno bisogno di restare fisse e ben visibili da tutti... scrivi a mirkoartuso@libero.it

30.10.06

I passi. Oltre ai quaderni

L'esercizio dei dialoghi con i quaderni è stato sviluppato. In contemporanea al dialogo come lo abbiamo fin'ora svolto (leggi il post "Quaderni per dialogare"), si è aggiunta la scrittura del "non detto". Mentre ci si mostrano le pagine per procedere nel dialogo, allo stesso tempo si scrive su un foglio a parte, la trascrizione del dialogo stesso più alcune considerazioni. Le considerazioni sono come il pensiero interiore, tutto quel che non si dice mentre ci si parla.
Ognuno ha poi letto la propria trascrizione del dialogo con in aggiunta il proprio pensiero interiore.
Come ultimo passaggio ci siamo ripromessi di trascrivere il tutto ricomponendo il tutto come se fosse un testo narato in prima persona, dove quello che era il pensiero interiore si trasforma nel parlare del narratore e il dialogo resta il dialogo tra i personaggi.
Qui sotto un primo risultato (la trascrizione di Elena del dialogo avuto con Rachele ed Agnese).

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Seduta sopra due pietre sotto un albero talmente striminzito da non far nemmeno ombra, rimugino sulle mie sventure.
Due giovani ragazze si avvicinano, penso per farmi una domanda, in realtà iniziano a parlare tra loro.
- Mi puoi aiutare? – chiede la biondina che ho scoperto poi chiamarsi Elisa
- Hai bisogno di un passaggio? – risponde la bruna Agnese
- No! –
- Di cosa hai bisogno? -
Comincio ad innervosirmi, cosa parlano così vicino a me? Ora intervengo e vedo se posso ricavarane qualcosa di buono.
- Beh, com'è andato il viaggio? – Vediamo se in questo modo riusciamo a capirci un po'.
Agnese, si gira di scatto e sgrana gli occhi quasi allibita dicendomi:
- Non trovi limitante dare un nome alle cose? –
Oh! Finalmente, ora entriamo in discorsi in cui sento di ritrovarmi.
Elisa pare perplessa e confusa tanto che urla:
- Pronto... mi sono persa! –
- Ti consiglio di prendere una mongolfiera fino alla prima stazione di cammelli – le risponde Agnese quasi seccata o forse immagino io che sia seccata.
Ora provo a riprendere in mano la situazione...
- Ieri ho conosciuto un uomo molto particolare, abbiamo parlato tanto... vorrei rivederlo... mi aiutate a ritrovarlo? – Cavolo, penso, speriamo lo facciano, è importante per me perché mi ha rubato il portafoglio.
- Si! – risponde con impeto Agnese
- Sei sola? - chiede timidamente Elisa
- Perché? - Non capisco perché vuole saperlo poi
- Per farmi gli affari tuoi – risponde candidamente
- Ok, allora se stiamo condividendo, nessuno di noi è solo, almeno in questo momento – Agnese con questa affermazione mi riempie il cuore di gioia tanto che non posso trattenermi e sospirando dico:
- Sono talmente felice che non sarei dispiaciuta se il mondo finisse qui – condividere un pezzo del proprio cammino con altri è estremamente importante.
- Benissimo! - esclama Agnese con occhi gioiosi
- Quindi? – chiede Elisa già pronta ed attiva
- Arrivi alla rotatoria e prendi la seconda a sinistra – consiglio io fiduciosa del fatto che forse in questo in modo arriviamo all'uomo.
Agnese interviene con parole che arrivano dritte al cuore:
- Certi viaggi occorre avere il coraggio di affrontarli altrimenti si resta FERMI! -
Sante parole cara Agnese. Non mi trattengo e dico loro: - Piangerei!! -
Agnese sbotta un po' e mi si rivolge dicendo: - Questo tuo buttarti via mi delude moltissimo –
Ma perché, penso, non mi pare di buttarmi via anzi, spesso mi prendo troppo sul serio e rovino le situazioni sul nascere. Quindi, per alleggerire l’atmosfera le guardo e dico:
- Sopra la panca la capra canta, sotto la panca la capra crepa – Quale capra poi penso tra me e me...
Elisa ormai provata ci guarda interrogativa e annuncia con fare solenne: - Io non parlo –
Ecco penso, non ci stiamo più muovendo, tento di recuperare con un timido: - Siamo un po' "sotto tono"? –
Elisa si riprende e sorridendo un po' ironicamente suggerisce: - Non si può avere uova gallina e sedere caldo –
Agnese è ormai stanca della conversazione, lo vedo dal suo sguardo e risoluta si congeda con un fantastico: - D'accordo, restiamo in contatto! –
Beh penso con rammarico, si dice poi sempre così vero? Poi non ci si vede più è un film che ho già visto parecchie volte... ed intanto non ho ritrovato l'uomo di ieri.

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