le altre parole

Le altre parole sono quelle che non si dicono nello spazio concreto degli incontri, sono quelle che sfuggono all'attimo, ma si raccolgono tra la sabbia del "volevo dire", sono le frasi che possono colorare di rosso le guance e per questo si preferisce scriverle, sono i racconti che hanno bisogno di tempo, sono il filo di lettere che cerca di tenere collegati due momenti distanti, sono le parole che hanno bisogno di restare fisse e ben visibili da tutti... scrivi a mirkoartuso@libero.it

18.9.07

MANGIARSI LE PAROLE. lettura a voce alta

(photo Mirko Artuso)




LIBRILIBERI 2007-2008

MANGIARSI LE PAROLE
laboratorio di lettura ad alta voce

ideazione e direzione artistica di
MIRKO ARTUSO



"...Se un giorno ti ammalerai di parole, come a tutti noi succede, e sarai stanco, o stanca, di sentirle, di dirle. Se qualsiasi parola sceglierai ti sembrerà sprecata, senza luce, sminuita.
Se avrai la nausea quando senti “orribile” “fantastico” per qualsiasi fatto, non ti curerai, ovviamente, con una zuppa di lettere.
Farai quanto segue: cuocerai al dente un piatto di spaghetti che condirai con il sugo più semplice: aglio, olio e peperoncino.
Al lato destro del piatto fondo colmo di spaghetti conditi come ho detto, metterai un libro aperto. Al lato sinistro, metterai un altro libro aperto. Di fronte, un bicchiere pieno di vino rosso.
Qualsiasi altra compagnia non è consigliabile.
Sfoglierai a caso, le pagine dell’uno e dell’altro libro, ma entrambi devono essere di poesia.
Solo i buoni poeti ci curano dall'esser saturi di parole.
Solo il cibo semplice ed essenziale ci cura dai peccati di gola...".

Il progetto che propongo ha come obiettivo l'incontro tra le diverse arti dello scrivere, del cucinare, del leggere e dell'ascoltare. Riscoprire nelle loro viscere il nostro essere, le nostre qualità e le capacità di ognuno nell'esprimerle.
(In questi vent'anni di teatro ho incontrato autori, registi, attori, storie e centinaia di persone che con grande generosità a loro volta mi hanno fatto incontrare altri autori, registi, attori e storie, tante, infinite storie.)

Tra le tante storie, sono particolarmente legato a quella di Babette.
Il pranzo raccontato da K. Blixen e che Babette prepara, è una fusione perfetta di carne e di spirito, di ciò che in fondo siamo.

Mi piace l'idea di coinvolgere un gruppo di lettura a partire dalle storie di cibo, come fossero storie da mangiare. Il progetto potrebbe ovviamente coinvolgere i ristoratori locali e portare gli spettatori, in particolare i giovani, a tavola per l'incontro con i diversi sapori, della cucina, della letteratura e della cerimonia insieme.

Mi immagino un momento di ricerca di gruppo che porterà ad individuare nelle tante pagine di letteratura la presenza massiccia di questo connubio tra cibo e scrittura, che proseguirà con la preparazione dei diversi momenti di letture pubbliche da presentare nei diversi luoghi della città.

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